Volontà e automotivazione: cosa sono e a cosa servono

Volontà e automotivazione: cosa sono e a cosa servono

Abbiamo
sempre sentito parlare di motivazione, volontà e bisogni, e gran parte di noi sa  che questi tre fattori sono alla base del raggiungimento dei nostri obiettivi, pochi però sanno come questi si manifestano e si combinano tra di loro. Per iniziare allora, tre definizioni:

  • la motivazione è ciò che conduce ad una determinata azione. La prima distinzione da fare è tra motivazione intrinseca ed estrinseca e tra motivazione incentrata sull attività contrapposta a quella incentrata sullo scopo. Per quanto riguarda la prima si chiama anche automotivazione, considerata la più efficace e persistente, non è rigida e immutabile e può aumentare e diminuire in base alle circostanze. Importante è l’esperienza flow (stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività) che genera uno stato di benessere ed è importante per il rendimento;
  • la volontà non riguarda gli atti riflessi e gli automatismi e ha bisogno dell’intervento dell’intelligenza,dell’apprendimento, della consapevolezza, della responsabilità e della libertà d’azione. Sia la volontà che la motivazione sono all’origine dell’azione e sostengono il comportamento. Il processo volitivo subentra quando la motivazione è carente, insufficiente o indebolita da varie difficoltà. La volontà è sempre rivolta ad uno scopo e presuppone consapevolezza;
  • il bisogno può essere definito come uno stato di carenza che spinge l’individuo a rapportarsi con il suo ambiente al fine di colmarlo. Un’interessante definizione è stata fatta da Murray il quale credeva che il bisogno non fosse un impulso ma un fenomeno individuale legato alla personalità del soggetto.  Fu il primo a mettere in correlazione la psicologia della motivazione con una dettagliata classificazione dei bisogni. Importante è stata la sua classificazione attraverso la famosa piramide dei bisogni;

Il processo della volontà  serve a portare a termine l’azione a fronte di sopraggiunte difficoltà, quando il comportamento motivato è minacciato ed è richiesto un maggiore sforzo di perseveranza e di concentrazione sull’obiettivo. Elemento essenziale della volontà è la capacità di autocontrollo, grazie alla quale il soggetto riesce a fare scelte consapevoli e ad arrivare all’azione concreta orientata al raggiungimento dell’obiettivo finale. I deficit volitivi sono dovuti a scarsa capacità di autoregolazione e controllo di Sé.

Secondo Bueb il deficit di disciplina e autoregolazione impedisce al soggetto di sviluppare la forza di volontà e di raggiungere  l’autonomia e la libertà. Esiste poi uno stato particolare in cui il soggetto è profondamente concentrato sull’attività e raggiunge alti livelli di efficienza pur senza ricorrere all’esercizio della volontà e dell’autocontrollo consapevole. Si tratta dell’esperienza di flusso in cui l’individuo è completamente immersa nell’attività, coinvolta e focalizzata sull’obiettivo. È un’esperienza positiva e favorisce l’emergere di strategie e abilità personali che altrimenti resterebbero inespresse. Sull’onda del rinato interesse intorno alla volontà, si è inoltre riesumato l’antico un modello di severità e disciplina È necessario dunque  coltivare l’attenzione e la riflessione, esercitare la virtù morale, tenersi impegnati in un’attività e controllare le emozioni negative e adottare uno stile di pensiero positivo e ottimista. Nel definire la volontà individuale è stata data importanza ai tratti di personalità. Vengono distinti tre elementi caratteriali: l’emotività, l’attività e la primari età e dalla combinazione di questi derivano otto caratteri fondamentali. Per quel che riguarda l’autoregolazione volitiva è stato riscontrato che le persone orientate all’azioni utilizzano varie strategie, tipo: il controllo dell’attenzione attraverso la raccolta di informazioni pertinenti che poi vengono selezionate e codificate.

Un’altra strategia è il contenimento delle emozioni e il controllo della motivazione e dello stimolo. Importante risulta anche il controllo dell’ambiente,la gerarchizzazione degli intenti  e il controllo dei processi attributivi, infine, ma non in ultimo bisogna incrementare il proprio senso di autoefficacia e al fiducia in sé. Tali strategie  si sviluppano attraverso il consolidamento delle proprie competenze di scelta, lo sviluppo della capacità di pianificazione per poi passare all’azione vera e propria attraverso lo sviluppo dell’autoregolazione e della perseveranza. L’ultima fase  del processo volitivo è quella valutativa dove si gettano le basi per la motivazione e la forza di volontà future. Se si attribuisce una valutazione negativa è possibile rinforzare la capacità di autovalutazione, che deve essere obiettiva e realistica. Per poter rinforzare uno stile attributivo obiettivo può essere utile confrontarsi non solo con standard esterni ma anche con proprie prestazioni analoghe precedenti per verificarne i progressi.

Fondamentale rilievo risultano essere anche i fattori socioculturali e l’ambientali. Le relazioni di scambio individuo-ambiente diventa spesso terreno di scontro tra la volontà individuale e quella esterna, espressa attraverso l’autorità. Trovare il giusto confine tra libera scelta e autorità esterna è difficile ma necessario. L’autorità è necessaria per la maturazione dell’individuo e della volontà autonoma, in quanto fornisce un quadro valoriale di riferimento all’interno del quale il soggetto può scegliere e deliberare consapevolmente. I fattori esterni di autoregolazione possono stimolare l’autoregolazione , aiutando il soggetto nel suo sforzo volitivo. Sono processi facili da controllare, incoraggiare e sviluppare sostengono l’individuo solo in una fase iniziale. L’onere e l’onore di ricorrere a questi processi spettano agli educatori e a chi ha un ruolo direttivo. Riuscire a organizzare e a controllare l’ambiente dall’esterno sono i passi essenziali  per motivare gli individui e fargli sviluppare la forza di volontà.

Un altro tipo di strategia può essere quella di lavorare in gruppo, o di dimostrare interesse verso una particolare attività, nonché enfatizzare gli eventuali progressi compiuti in quell’attività dal soggetto poco volitivo. In tale processo la famiglia riveste un ruolo fondamentale poiché attraverso l’apprendimento e l’interiorizzazione della disciplina il bambino accede alla sua volontà autonoma. Il rispetto delle regole fa si che il bambino costruisca la sua forza di volontà  e sviluppi la sua personalità. I genitori devono calibrare costantemente le proprie convinzioni sulle effettive abilità dimostrate dai figli,attraverso il rispetto della singolarità dei figli innalzano la richiesta d’impegno mano a mano che la volontà si fa sempre più forte per arrivare in maniera sana alla libera scelta consapevole.

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Dott. De Blasio Stefania