Depressione: quali terapie?

Depressione: quali terapie?

La depressione

comprende una forma di disperazione generalizzata. I pazienti esprimeranno rassegnazione riguardo alla perdita o al danno inflitto al sé, si sentano sconfitti, privi di speranza e tristi. In una terapia a stampo umanistico –integrtato il trattamento comporterà la destrutturazione della reazione depressiva nelle sue determinanti cognitive-affettive e il riconoscere e sperimentare l’emozione dolorosa primaria.
Gli interventi agevolano i clienti ad entrare nei propri sentimenti negativi disperanti al fine di accedere alle risorse alternative e modificare i sentimenti; essi saranno in grado di riconoscere ed accettare la perdita e andare verso nuovi interessi. È dunque importante:
• Condurre l’attenzione sul vissuto corporeo: l’accesso alla tristezza avverrà attraverso messe in azioni : lavoro con la sedia vuota e con l’immaginario. Quando il cliente evoca vissuti di disperazione, domande finalizzate a focalizzarsi meglio sulla ferita possono dirigere l’attenzione sui vissuti corporei di tristezza primaria. Gli interventi favoriscono nel cliente la simbolizzazione del significato dell’esperienza poiché sono incoraggiati ad esprimere ciò che manca o è mancato e come ciò influisca sulla loro vita.
• Centrarsi nel presente: è importante dare risalto al processo con cui si evidenzia momento per momento. Un aspetto rilevante del principio di centrare sul presente riguarda la conferma empatica del senso di vulnerabilità del cliente, del suo sentirsi debole o esposto mentre sperimenta dolore.Tali risposte servono a convalidare l’esperienza e a fornire un holding per poter entrare nella tristezza tenuta a distanza.
• Intensificare l’esperienza: l’obiettivo è evitare che il cliente eviti la tristezza, accresca la consapevolezza fino a rendere difficile la negazione per allentare il controllo e sperimentare a pieno il dolore. La tristezza può essere sperimentata più in profondità mediante l’uso di metafore e di riflessioni empatiche connotative. Risposte che dirigono l’attenzione sull’intensità dell’esperienza sui vissuti corporei di dolore e vuoto possono essere fortemente evocative
Altra terapia funzionale al disturbo depressivo è quella a stampo cognitivo. Gli interventi sono diretti ai comportamenti e ai pensieri automatici per alleviare i sintomi e modificare gli schemi. Si inizia con interventi comportamentali perché modificando questi si potrà agire sui processi cognitivi.
Gli interventi che cambiano gli schemi sono presentati verso la fine perché destinati a ridurre la vulnerabilità del pazienti per depressioni future. Per un buon intervento è necessario individuare:
• lo schema: convinzioni inconsce che abilitano l’individuo a interpretare le sue esperienze in modo significativo;
• situazioni precipitanti e attivanti:le prime sono eventi importanti che possono aver provocato la malattia, le seconde sono eventi di piccola portata che provocano umore negativo
• origini: si traggono informazioni su come il paziente abbia appreso il suo schema problematico;
• sommario dell’ipotesi di lavoro: cuore della formulazione, resoconto che descrive come il paziente ha appreso lo schema e come lo mette il atto.
A questo punto è utile considerare i punti di forza e qualità del paziente che possono includere buone capacità sociali, abilità collaborative, senso dell’umorismo, risorse finanziarie, buona rete d’appoggio, intelligenza. Tale disposizione ha lo scopo di consigliare al terapeuta di attingere dai punti di forza per poter formulare il piano di trattamento che dovrà includere :obiettivi, interventi e ostacoli
Per lavorare in maniera collaborativa con il paziente è utile stilare insieme un’agenda. L’agenda ha due obiettivi:
• rivedere i compiti assegnati dal terapeuta,
• concordare con il paziente i punti più importanti da trattare nella sessione.
La componente chiave di una sessione di terapia strutturata è la pianificazione delle attività che:
• devono aumentare,
• servono ad accrescere piacere e padronanza nel paziente,
• alcune attività sostengono il pensiero adattivo.
Altro strumento essenziale è la registrazione del pensiero che viene usato per insegnare ai pazienti a identificare e cambiare i pensieri automatici che guidano gli umori negativi e i comportamenti disadattivi. A questo segue la registrazione delle prove.
Per il cambiamento degli schemi viene utilizzata la registrazione dei dati positivi che consiste in un insieme di prove in appoggio a uno schema positivo. In conclusione per trattare i disturbi dell’umore, e più nello specifico la depressione, si potrebbe pensare ad una terapia che, partendo dai vissuti del paziente, integri gli aspetti essenziali dei due approcci: aspetti emotivi ed aspetti cognitivi.

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Dott.De Blasio Stefania

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