Le rivendicazioni egualitraie del ’68 diffusero l’idea che i bambini vanno rispettati e ascoltati. Nell’’89, con l’adozione della Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia, il bambino fu riconosciuto come una persona giuridica che può fare intendere i suoi diritti e partecipare alle decisioni che lo riguardano.
Questo cambiamento però non è sempre stato correttamente interpretato: le maggiori attenzioni hanno portato molti a richiedere il parere dei figli su tutto, e ad ascoltare il loro parere anche quando non era necessario. Con la trasformazione dello stile educativo da autoritario ad affettivo la preoccupazione dominante è diventa tata quella di dare amore e di attendersene in cambio.
Tutto ciò però ha reso i genitori sempre più ansiosi, timorosi di sbagliare e troppo cedevoli di fronte a malumori e richieste assurde. Ci si è dimenticati che i bambini sono bambini, e no “piccoli adulti” che per costruire una propria identità hanno bisogno di un quadro educativo fornito dai genitori. Se un tempo i bambini crescevano intimoriti e impauriti, oggi grazie ad un progressivo permissivismo, sono molti i bambini che non rispettano né le regole, né gli adulti, disobbediscono e si comportano maleducatamente a casa e a scuola. A volte gli eccessi di questi bambini sono la conseguenza di una carenza educativa precoce, risalente ai primi anni di vita. Troppo spesso assenti, alcuni genitori, seppur tolleranti e ben disposti, hanno difficoltà a seguire i figli. Altri, convinti dell’importanza di un quadro educativo strutturante non riescono però a farlo rispettare. Alcuni invece optano per uno scambio ragionevole, tipo adulto-adulto, non considerando che un bambino in età prescolare manca di esperienza e di una visione d’insieme per cui l’unico obiettivo è ottenere ciò che vuole.
È allora necessario fornire si , un’educazione affettiva, basata sui sentimenti e sull’accettazione reciproca, ma correlata da una dimensione normativa. Amare i propri figli non significa dunque solo essere teneri . Affermare che si ama un bambino quando non si ha per lui alcun progetto di vita, non ci si impegna ad insegnargli il mondo con le sue leggi, non ci si preoccupa della sua vita sociale né di ciò che lui sente, non è sufficiente. I genitori hanno un dovere educativo, il che significa che all’amore-tenerezza va affiancato l’amore-fermezza, ovvero la capacità di essere affettuosi , gentili, e allo stesso tempo fermi e coerenti a tal punto da riuscire ad individuare regole chiare, adatte all’età e alle caratteristiche del proprio figlio e poi di attenervisi senza arrabbiarsi, ma anche senza mostrasi cedevole, deboli o troppo indulgenti. La presenza di regole dà ai bambini la percezione di coerenza e stabilità, una condizione che li fa sentire bene, sicuri e protetti. L’amore-fermezza ha come obiettivo l’acquisizione di una progressiva autonomia e fiducia in se stessi che permette ai bambini di recuperare il senso del limite e ritrovare la ppropria posizione di bambino.
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