Ecco arrivare il mese di giugno e con esso anche l’inizio della Fase 3 dopo la quarantena imposta dal coronavirus.
Ora siamo chiamati ad affrontare una nuova sfida e cioè quella della ripartenza che non significa tornare al mondo così come lo abbiamo lasciato prima della diffusione della pandemia.
Dobbiamo imparare a convivere con il virus, attraverso una lenta e graduale ripresa delle principali attività lavorative e sociali, senza mai dimenticare le precauzioni sin qui adottate.
Dobbiamo ora trovare una rinnovata capacità di adattamento, non più all’isolamento ma alla convivenza con il virus, che richiede la capacità di essere flessibili.
Ci troviamo a sperimentare nuove emozioni come l’euforia per la ripresa, la paura del nemico ancora presente, l’ansia per la prospettiva di un allenamento delle restrizioni quando per alcuni è ancora troppo presto e la frustrazione per ciò che ancora non possiamo fare.
Impariamo ad accogliere tutte queste emozioni, ricordandoci che sono del tutto normali e fanno parte dell’esperienza di molti, non sono solo nella nostra testa. Riconosciamole come presenti, ma non come qualcosa di cui sbarazzarsi. Teniamole lì, né troppo vicine a noi rischiando così di venirne travolti, né troppo lontane, rischiando di negarle.
Per molti, la fase dell’isolamento ha costituito una opportunità unica di riscoperta di passioni interessi, hobby da tempo dimenticati, prima che la pandemia si appropriasse della nostra routine.
È utile non perdere ciò che è stato riscoperto, per noi, per i nostri cari, anche quando riprenderemo le attività lavorative e ludico-ricreative e la nostra vita tornerà ad essere piena come un tempo.
Per affrontare al meglio questa nuova fase, dobbiamo considerare quello che per noi è importante, ciò che rende la nostra vita ricca di valore e di senso e mettiamo in atto ogni giorno azioni concrete per vivere una vita piena di significato.
Manteniamo le buone abitudini che abbiamo intrapreso nel periodo di quarantena, come cucinare, leggere un buon libro, fare sport, dedicarsi alla cura di sé.
Tutte cose che abbiamo riscoperto quando la nostra vita si è fermata, ma se ci fanno stare bene, manteniamole anche in seguito. È importante concedersi del tempo da dedicare ad attività appaganti.
Entriamo in contatto con le nostre emozioni, anche quelle più spiacevoli, senza allontanarle, né esserne sopraffatti, riconoscendo che in un dato momento della giornata si sta provando quella emozione specifica. Ripetiamolo a noi stessi, se necessario, attraverso il dialogo interiore raccontiamoci quello che stiamo provando. Così facendo l’intensità dell’emozione provata piano piano si abbasserà, e saremo capaci di disinnescare qualsiasi reazione impulsiva dettata dalle emozioni che stiamo provando. In questo modo riusciremo a mantenere il controllo di noi stessi.
Ricordiamoci che siamo persone resilienti, capaci di fronteggiare le difficoltà in maniera positiva. La forza è dentro di noi, ma a volte siamo noi i primi a non accorgercene.
Non dimentichiamoci mai di agire responsabilmente, nel rispetto delle normative dettate dal governo, ricordandoci che il comportamento responsabile di ogni cittadino è l’arma a disposizione per fronteggiare il nemico comune, ancora presente.
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