È importante distinguere le emozioni autentiche da quelle parassite. Le emozioni parassite sono quelle che, quando eravamo piccoli, abbiamo deciso andassero a sostituire quelle autentiche, perché proibite all’interno della famiglia. Facciamo un esempio: supponiamo che un bambino piccolo, aggredito dal bullo del quartiere, provi paura e la mostri. Corre dalla mamma spaventato e alla ricerca di protezione, e lei per incoraggiarlo gli dice che i bimbi grandi non piangono, ma vanno fuori e affrontano gli altri. Ciò che i bambino registrerà è che provando paura non ottiene il risultato d’essere protetto ma solo ignorato. Allora giorno dopo giorno verificherà tutta una gamma di emozioni in risposta a situazioni stressanti. Proverà ad essere triste, allegro, confuso, vuoto aggressivo, fino a scoprire che se reagisce con rabbia contro il bulletto, si farà male perché il bullo è più forte, ma avrà guadagnato l’approvazione di mamma ….e questo è quel che conta! Ha scoperto un’emozione che gli fa ottenere risultati, per ottenere il riconoscimento dai genitori deve mostrare aggressività, anche se queste carezze le paga con le ferite fisiche. Questa sequenza di eventi sarà probabilmente quella che il bambino metterà in atto più e più volte nel corso della sua vita. Ora ogniqualvolta comincia a sentirsi spaventato o triste, nasconde perfino a se stesso questa emozione e passa direttamente all’aggressività. Le emozioni autentiche sono invece quelle che abbiamo sperimentato da piccoli prima ancora che venissero censurate perché scoraggiate all’interno della famiglia. Le emozioni autentiche sono 4: rabbia, tristezza, paura e felicità. In contrasto potremmo riempire pagine e pagine di emozioni parassite: gelosia, imbarazzo, vergogna, senso di colpa, ecc..
L’importanza di distinguere le emozioni parassite da quelle autentiche sta nel fatto che l’espressione di quest’ultime permette di risolvere i problemi nel qui ed ora, in altre parole quando esprimiamo un’emozione autentica facciamo qualcosa che contribuisce a porre fine alla situazione. Quando provo una paura autentica e agisco per esprimere la mia emozione sto contribuendo a risolvere un problema che vedo nascere nel futuro. Se devo affrontare un esame la paura mi aiuterà a studiare e a restare concentrato. La rabbia autentica serve a risolvere i problemi nel presente. Se sono in coda ad uno sportello e una persona non rispetta la fila, l’espressione autentica della mia rabbia mi permette di occuparmi di me stesso nel qui ed ora. Quando mi sento autenticamente triste sto aiutando me stesso a superare un evento doloroso relativo al passato. Piangere, parlare della mia perdita mi permette di liberarmi del mio dolore per poi passare ad occuparmi del mio presente e del mio futuro. Le emozioni autentiche hanno una funzione di problem-solving, quelle parassite no. Ogniqualvolta cominciamo a sentire paura, rabbia o tristezza al di fuori della loro cornice temporale adeguata, sappiamo che questa è un’emozione parassita. Ad esempio ci sono molte persone che passano la vita arrabbiati per qualcosa accaduta nel passato, ma il passato non si può cambiare, questa rabbia non è produttiva come mezzo per risolvere i problemi. Ora provate a riflettere ogniqualvolta provate un’emozione se questa è autentica oppure no, valutando se l’esito è stato soddisfacente oppure no, vedrete come la gran parte delle emozione che ci permettiamo di provare sono emozioni parassite.
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